venerdì 12 dicembre 2014

Sant'Ambrogio (circa 340-397), vescovo di Milano e dottore della Chiesa Elia e il digiuno ; PL 14, 697

Sabato della II settimana di Avvento
Meditazione del giorno 
Sant'Ambrogio (circa 340-397), vescovo di Milano e dottore della Chiesa 
Elia e il digiuno ; PL 14, 697
« Camminerà davanti a Dio con lo spirito e la forza di Elia » (Lc 1,17)
    Cos'è il digiuno se non l’essenza e l'immagine del cielo? Il digiuno è il conforto dell'anima, il cibo dello spirito, il digiuno è la vita degli angeli, il digiuno è la morte del peccato, la distruzione delle colpe, il rimedio della salvezza, la radice della grazia, il fondamento della castità. Con questa scala si giunge a Dio più velocemente; Elia è salito con questa scala, prima di salire con il carro; e, partendo verso il cielo, ha lasciato al suo discepolo questa eredità della sobria astinenza (cfr 2 Re 2,11-15).

    Con questa forza, e con questo spirito di Elia, venne Giovanni (Lc 1,17). Infatti, nel deserto, anche lui si dedicava al digiuno e si cibava di locuste e miele selvatico (Mt 3,4). Perciò colui che aveva mostrato col dominio di sé di oltrepassare le capacità della vita umana fu considerato non un uomo, bensì un angelo. Leggiamo a suo riguardo: “È più di un profeta. Egli è colui, di cui sta scritto: Ecco, io mando davanti a te il mio angelo che preparerà la tua via davanti a te” (Mt 11,9-10; Es 23,20). Chi mai avrebbe potuto, con una forza umana, cavalcare dei cavalli di fuoco, su di un carro di fuoco, e fare una corsa nei cieli (come Elia), se non colui che aveva trasformato la natura del corpo umano con la forza del digiuno che concede l'incorruttibilità?

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